Le persone dotate di classe superiore, ben educate e non animate dall’insano desiderio di danneggiare qualcuno, anche solo correndo il rischio di metterlo in cattiva luce, tendono a passare sopra i difetti degli altri. Li vedono, per forza di cose, ma non infieriscono.
Inutile dire che quelli dotati di simili virtù sono la minoranza. I più infieriscono eccome, anche se ci può capitare, vivendo a contatto con essi, di stupirci della loro generosità. Talvolta, gente che pareva ostile si rivela molto felice di condividere ciò che ha, come un ombrello, quando piove, o una pietanza gustosa, mostrando di ricavare gioia dalla condivisione, come se il piacere, assaporando una prelibatezza da soli, fosse minore.
La discriminazione, tuttavia, impera e quella più bieca è quella di chi, concependo il mondo a misura della maggioranza, progetta semplificazioni per essa, a discapito delle minoranze, costrette a lottare, faticando doppiamente, solo per colmare lo svantaggio. Essere trascurati è la normalità di alcune categorie ma non manca il caso in cui la maggioranza ostacoli deliberatamente le minoranze.
Non che sia semplice fare qualcosa per qualcuno, senza danneggiare nessuno, ma la cosa peggiore è che, in certi casi, il diverso viene discriminato apertamente, isolato, snobbato.
Ci furono epoche e, a volte, ci sono ancora, in cui il diverso si considerava comunemente difettoso, cattivo, abbietto, avvezzo all’inganno, alla menzogna. Il discriminato non era amato da Dio; era il prediletto del demonio. Il discriminato era il demonio.
Non è facile, per me, parlare di questo. Purtroppo, è inevitabile… tanto vale… ormai avrete capito di cosa sto parlando.
Subisco anche io, dalla nascita, le angherie della società, creata per persone diverse da me, che condannano me e quelli come me a faticare per fare cose che per altri sono comode e congeniali, relegando me e quelli come me al ruolo di minoranza.
Avrete sicuramente capito tutti, ormai, a cosa mi riferisco… non posso negarlo e vi dirò che, anche grazie alla mia famiglia, che non me ne fece mai una colpa, io non ho vissuto la mia natura come uno svantaggio, anche se, negli anni, lo fu spesso, ma con orgoglio profondo di appartenenza, potendomi riconoscere, almeno in quello, in grandi uomini del passato: Leonardo, per dirne uno, ma anche Alessandro Magno e Albert Einstein, pare fossero come me.
Lo dico finalmente, perché è tempo… e lo dico forte e chiaro: io sono mancino.
Devo esserne fiero, anche se gli studi tendenti a dimostrare che il cervello dei mancini sia in una certa misura migliore degli altri, mi paiono, da sempre, una baggianata… Nel mio caso non credo valga e, comunque, lo fosse, dipenderebbe da altre cose.
Dire che i mancini siano più intelligenti o portati per le arti, per il semplice fatto che annoverano, tra le loro schiere, molti intellettuali e artisti, non è che una nota di folklore nel calcolo statistico. Si potrebbe equiparare al moto di orgoglio degli uomini di bassa statura quando scoprono che neppure Napoleone era tanto alto, ma lo fu abbastanza da avere tutti ai suoi piedi, per un poco, e al piacere che ci infonde il complimento che ci fanno quando mettiamo gli occhiali per la prima volta, dicendoci che abbiamo un’aria più intelligente, dato che gli occhiali sono comuni tra gli studiosi, che si rovinano la vista leggendo molto. Possiamo compiacerci, certo, ma dovremo prendere atto che siamo ugualmente intelligenti, con e senza occhiali e che, mancini, restiamo stupidi come se fossimo destri.
Il vantaggio di essere mancini, mi pare, vale come esser biondi tra i mori o mori tra i biondi, querce tra pini, carpe tra trote.
Tutto ciò sarebbe davvero irrilevante, non fosse per la serie infinita di ideuzze, assurdi vantaggi e invenzioni che paiono scherzi che ebbero e hanno da sempre i destrorsi per agevolare sé stessi, penalizzando con nonchalance i mancini, in modo tanto meschino e subdolo che, pensando a ognuna di quelle trovate, alla maggior parte di noi sembrerebbe impossibile che non ci sia una premeditazione, in tutto questo.
Io non lo credo, ci mancherebbe… Come non credo, ovviamente, che i destrorsi abbiano maggiormente contribuito al progresso culturale e tecnologico dell’umanità, se non in proporzione al numero, dato che sono di più. Non lo fanno in virtù della loro maggior qualità o intelligenza, né per cattiveria, ma, eventualmente, per sciocco egoismo.
Sono persuaso della loro buonafede perché li capisco: da mancino, sono anch’io, per quanto lo consideri un male e, quando me ne accorgo, cerchi di correggermi, uno sciocco egoista. Non lo faccio apposta: non sono mai stato uno di quegli egoisti in grado di individuare e perseguire il proprio interesse, magari disposto al sacrificio dell’altrui benessere.
Incappavo in quel sacrificio lungo la strada che conduceva al mio, di benessere, e posso dire d’averne goduto in totale assenza di premeditazione.
Assunto ciò, la sciocchezza egoista degli altri, meno che mai dei destrorsi, mi potrebbe offendere. Ciò potrebbe, anzi, avere il pregio di fornire ai mancini uno stimolo, poiché la necessità aguzza l’ingegno: la nostra intelligenza sarà, anche quando inferiore, più allenata e, in barba alle difficoltà, affiorerà e primeggerà.
I destrorsi, quindi, non sono più egoisti e sciocchi dei mancini ma sono effettivamente egoisti e sciocchi, con l’aggravante della numerosità. Per risolvere problemi quotidiani, essi inventano stratagemmi, risparmiandosi un secondo, un millesimo di secondo, guadagnando tempo e facendolo perdere ai mancini.
Parrà forse esagerato, il mio livore, ma la questione è annosa, riguarda tempi in cui davvero la sinistra è stata considerata la mano del diavolo, tempi di mani legate dietro la schiena e di bastonate, poiché l’uso di ogni rimedio era giustificato per correggere il male, l’anomalia.
Ora che quei tempi sono finiti, darà doppiamente fastidio realizzare che non è affatto così e che la lama del coltello sbuccerà la mela solo se la si impugnerà con la destra, mentre la maciullerà inutilmente, armeggiando con la sinistra, con le mani appiccicose e l’umore guasto. Esistono i coltelli con lama da ambo i lati ma, mi chiedo, perché quelle dei coltelli a lama singola tagliano solo a destra?
Un’altra delle cose che si tende a dare per scontata, come non fosse stata una scelta arbitraria, è la direzione in cui si avvita, poiché il senso di avvitamento è universale e qualunque oggetto, strumento o macchinario ci troveremo ad avvitare, richiederà uno sforzo in senso orario per avvitare e antiorario per svitare, salvo rare, specifiche eccezioni dettate dalla maggior convenienza.
Perché? Perché, se siete destri e impugnate un cacciavite, riuscirete a stringere bene, esercitando la massima energia e la precisione necessaria, solo il quel senso. È così che si aiuta la mano con il corpo, in un movimento che coinvolge anche il polso, il tricipite e la spalla. Un mancino, viceversa, sviterà con facilità, ma sbeccherà le viti, rovinerà cacciaviti e rischierà di ferirsi, avvitando.
Certo, si impara tutto. Quand’ero ragazzino trovavo la cosa avvilente. Detestavo che mio padre dovesse dare ancora un paio di giri, prima di poter dire ‘avvitato’ un ingranaggio
Che poi si continui ad avvitare in senso orario, con l’avvento degli avvitatori a batterie, sovvertendo le più basilari leggi di natura, pare davvero inspiegabile, quand’anche la misura del tempo, ci parse correttamente assecondare le stesse leggi, dato che il nostro pianeta, come tutti, tranne Venere e Urano, ruota in senso antiorario e rivoluziona, allo stesso modo, da destra a sinistra, intorno al Sole.
Trovai difficoltà, seppure meno gravi, nell’uso di tutti gli utensili che prevedono l’avviamento, come l’apriscatole e il cavatappi.
…E i bottoni? Imparai a infilare un bottone in un’asola in molto più tempo degli altri bambini. Mettere una camicia mi costava stress.
…La musica? Quando provai a suonare il flauto, il trillo col mignolo non era certo veloce, per me, quanto quello fatto dai flautisti destri. Mi chiesi: come mai molte partiture per pianoforte prevedono virtuosismi per la mano destra e accompagnamento per la sinistra? Non si potrebbero fare pianoforti con le note gravi a destra?
Allo stesso modo, mi chiedevo, perché gran parte degli strumenti prevedeva (e prevede ancora), l’impugnatura a destra? Il Maestro mi rincuorava, diceva che “i mancini sono portati per la musica, come Jimi Hendrix”, ma io non sarei stato in grado di costruirmi una chitarra e all’epoca mi sarei accontentato di un violino che si potesse tenere a destra, senza invito per il mento, rigorosamente predisposto a destra.
A scuola avevamo banchi col buco per l’inchiostro, ma fortunatamente, l’avvento delle Bic aveva fatto cessare almeno quella disparità. Rimaneva l’onta delle sedie con scrittoio ripiegabile, che ancora venivano fabbricate col supporto a destra.
Più della tradizionale preferenza, infatti, mi ha spesso sorpreso l’accanimento con cui i destri abbiano voluto conservare il loro monopolio anche nell’era informatica. Così i mancini hanno dovuto adattare sé stessi, che so, al mouse a destra.
Penso anche all’impostazione “per mancini”, che esiste, ma non viene usata, non solo negli uffici in cui pare più razionale, ove vi siano più addetti, che le impostazioni siano tarate sulla maggioranza, ma neppure nelle case, tanto i famigliari destri non sarebbero in grado di adattarsi, a vantaggio dei pochi mancini presenti.
Questo vale anche per alcune banali funzioni a disposizione, come la chiusura a destra delle cover dei telefonini o il tasto per scattare le foto in alternativa al touchscreen, che per agevolare l’utente e garantirgli precisione e praticità, emula quello delle fotocamere prodotte negli ultimi cento anni ed è, come fosse la cosa più ergonomica del mondo, posizionato in alto a destra.
Le fotocamere hanno poi l’aggravante del mirino ottico galileiano, che da sempre dà per scontato che, per tutti i fotografi in erba, sia indifferente osservare all’interno di un piccolo buco con l’occhio destro, anziché col sinistro. Ciò impone a un giovane mancino di imparare a strizzare l’occhio sinistro, mentre la maggior parte dei destri neppure sa, non avendo mai avuto bisogno di provare, se è in grado di strizzare l’occhio sinistro.
La situazione non è migliore nel settore automobilistico, nonostante tutti gli automatismi creati, che bypassano a volte il problema. È vero che certe case, su richiesta, si sono organizzate per produrre auto su misura per i mancini. In generale, però, indipendentemente dalla casa produttrice, se vorrò spegnere l’auto, girerò una chiave che si trova alla destra del volante e, solo con le mani occupate, mi accorgerò che l’unica maniglia per chiudere il portabagagli è a destra.
Sono cose che richiedono solo qualche secondo, ma sono secondi in meno per un destrorso e in più per un mancino.
A ciò si aggiunge la nefasta sensazione di essere presi in giro. Avete mai notato, per esempio, quelle porte di ingresso che da una parte hanno la maniglia e dall’altra il pomello? Ecco, succede quando un destro si accorge che aprire una maniglia con battente a destra è scomodo, dovendola impugnare al contrario, cosa che il mancino fa sempre, e cosa t’inventa, allora? Il pomello.
Che dire della macchina per scrivere manuale, con quel meccanismo, per andare a capo, azionabile con la destra, ormai desueto e soppiantato da un tasto molto più comodo, ma comunque posto a destra? Di cosa si tratterebbe, di rispetto per le tradizioni?
Ancora, da bambino ho graffiato preziosi vinili per colpa di quella puntina maledetta, montata su di un braccetto ergonomico posto alla destra del piatto, che richiedeva delicatezza anche se non eri mancino, ma se lo eri, era una sfida davvero improba. Ora vorrei chiedere… non avrei mai preteso di vedermi montare un braccetto a sinistra, appositamente per la mia comodità, ma perché non calare la puntina da davanti… o da dietro?
Me lo immagino, il progettista inventore di giradischi, capace di tanto ingegno.
Ammetto di aver provato ostilità, nei confronti di quelle menti perverse ma, tanto vale, accanirsi con loro sarebbe stato egualmente difficile. Avete mai imbracciato armi da fuoco? Avete mai messo l’occhio in un mirino, fingendo di non vedere gli inviti, le escrescenze e gli incavi pensati per accomodare mani e dita destre di un militare, di un cacciatore o di un rapinatore?
Il pacifismo fu una scelta obbligata.
La stessa cosa vale per le spade, le sciabole e i fioretti, per i giocattoli che le riproducono e per una serie infinita di utensili, dal trapano al phon, che montano, oltre alle normali dotazioni, impugnature che dovrebbero migliorarne la maneggevolezza…. sempre che l’utilizzatore non sia mancino.
Dico l’ultima, ma sapete che ce ne sarebbero molte altre, a proposito dello sciacquone, ormai a cordicella solo in alcuni sobborghi del Cairo. Ebbene, con che mano la tirereste, quella cordicella?
I destri destabilizzano, per essere più comodi, l’ordine naturale mondiale.
Essi sono inconsapevolmente tra i peggiori discriminatori, poiché non sanno d’esserlo e discriminano i mancini, che sono pochi e la cui difesa non è vantaggiosa per altri all’infuori degli stessi mancini, condannandoli a spendere ingegnandosi il tempo che essi passano trastullandosi.
Chiaramente vi sono popoli che hanno provato, in epoca moderna, a muoversi contro corrente, come per la guida a sinistra degli inglesi, ma il pregiudizio è tanto radicato, anche in loro, che per dire ‘giusto’ anziché ‘just’, che comunque esiste, ma vuol dire un’altra cosa, dicono ‘right’, che significa ‘destra’… incoerenze imperdonabili.
I mancini, ogni volta che compiono una banale azione quotidiana, anche quando siano perfettamente in grado di condurla a termine con successo, si trovano in difetto e costretti a credere che una cosa buona debba farsi al contrario di come vorrebbero farla.
So di aziende… addirittura ne hanno parlato nei film e nei cartoni animati. che hanno voluto commercializzare prodotti esclusivamente per mancini, cosa che, per quanto simpatica, trattando una differenza che molti mancini non vivono e non riconoscono come tale, fa sorridere un po’ anche loro…
Poi, sarebbe, scegliendo di combattere la battaglia, come arrendersi.
Non mi pare uno spunto di lotta, ma di sicuro è uno spunto, anche perché leggevo proprio poco tempo fa che a un mancino toccherebbe, oltre al resto, il triste destino di morire mediamente nove anni prima di un destro. È forse solo l’ennesima interpretazione arbitraria di dati numerici ricavati da un laureando in statistica nello stato del Pincopallo o l’ennesima fake news.
Non credo sia vero, anche perché il dottor Coren, che dicono abbia compiuto lo studio, pare sia un luminare, si, ma di psicologia canina…
Inoltre, non credo esista un campione sufficientemente ampio da rendere paragonabile la vita di due individui identici, se ve ne sono, l’uno mancino e l’altro no, e che permetta di individuare che la causa della morte dipendesse senz’altro dal fatto di scrivere con la sinistra…
Tuttavia, non ho fatto i conti, può darsi che nove anni sia proprio il tempo necessario a colmare lo svantaggio cui l’egoismo creativo degli inventori destri ci costringe… Converrebbe, lo dico per i mancini credenti, segnarsi… o fare i debiti scongiuri. Fatelo con la destra, mi raccomando, altrimenti non vale.